Disponibile
La proposta formativa, a carattere teorico-pratico, è finalizzata a fornire competenze operative avanzate nella gestione agronomica degli alberi da frutto appartenenti al gruppo delle drupacee. Attraverso un equilibrio tra lezioni in aula e approfondite attività sul campo, i partecipanti acquisiranno una preparazione solida sulla fisiologia delle piante, sulle principali tecniche di potatura e sulla corretta gestione degli interventi in funzione della varietà coltivata, del portainnesto utilizzato e delle specifiche condizioni pedoclimatiche del territorio. Particolare attenzione viene dedicata alle varietà antiche di drupacee che la Regione Emilia-Romagna ha inserito nell’elenco delle varietà da tutelare, in applicazione della Legge Regionale n. 1/2008, volta alla conservazione e valorizzazione delle risorse genetiche locali per l’agricoltura e l’alimentazione. Queste varietà rappresentano un patrimonio di agrobiodiversità da proteggere, non solo per il loro valore storico e culturale, ma anche per la loro adattabilità agli ecosistemi locali. Si tratta di colture che richiedono interventi accurati e una difesa fitosanitaria puntuale, poiché sono specie particolarmente sensibili a malattie fungine e attacchi parassitari. Tra le pratiche agronomiche essenziali, la potatura riveste un ruolo centrale, sia per il mantenimento dell’impianto sia per garantire la produttività nel tempo. È dunque fondamentale possedere una preparazione tecnica adeguata per individuare con precisione quali rami eliminare e quali conservare, in base allo sviluppo vegetativo e alla previsione della fioritura. Le sperimentazioni agronomiche condotte negli ultimi anni confermano come una potatura ben eseguita sia determinante non solo per aumentare la longevità della pianta, ma anche per ottimizzare l’intercettazione luminosa da parte della chioma, ridurre il fabbisogno idrico e limitare lo sviluppo di patologie fungine, contribuendo così alla tutela delle varietà a rischio di estinzione. Infine, le sempre più diffuse avversità biotiche e abiotiche che colpiscono queste colture stanno causando la progressiva perdita del patrimonio frutticolo locale, con gravi ripercussioni anche sul paesaggio rurale e sulla continuità delle tradizioni agricole. Investire nella formazione specifica sulla potatura delle drupacee significa, quindi, non solo migliorare le produzioni, ma anche contribuire alla salvaguardia della biodiversità agricola e del paesaggio che caratterizza l’identità rurale della regione.
Obiettivi formativi
– apprendere le tecniche corrette di potatura per ciascuna specie di drupacee;
-riconoscere e valorizzare le cultivar locali e tradizionali;
-garantire una produzione costante sia in termini di quantità che di qualità;
– preservare le varietà antiche a rischio d’estinzione (vedi legge regionale 1/2008) favorendo il mantenimento della biodiversità;
-incentivare la produzione di frutti e fiori;
-tutelare la salute della pianta;
-dare alla pianta la forma più adatta per usufruire al meglio della luce;
-accelerare lo sviluppo e la crescita delle piante giovani durante il percorso di crescita;
-eliminare le malattie che interessano il legno;
-promuovere la gestione sostenibile degli impianti frutticoli;
-contribuire alla salvaguardia del paesaggio rurale e dell’agrobiodiversità
Ricadute territoriali
Il corso, in termini di ricadute territoriali favorisce:
-la diffusione di pratiche agronomiche consapevoli che permettono di tutelare e rilanciare le varietà antiche di drupacee iscritte nei repertori regionali (L.R. 1/2008). Questo ha una ricaduta diretta sulla conservazione della biodiversità agricola locale, rafforzando l’identità territoriale e sostenendo la produzione di frutti legati alle tradizioni alimentari del luogo.
-l’acquisizione di competenze specialistiche permette di migliorare le rese produttive e la qualità del raccolto, generando redditività e nuove opportunità occupazionali nel comparto agricolo e nelle filiere collegate.
-la cura e manutenzione degli impianti arborei ha effetti positivi sulla conservazione del paesaggio rurale tradizionale, contribuendo alla salvaguardia ecologica e culturale dei territori agricoli.
-un approccio agronomico attento alla salute delle piante e alla riduzione del fabbisogno idrico e degli input chimici igliora la resilienza degli impianti ai cambiamenti climatici e contribuisce alla mitigazione dell’impatto ambientale delle coltivazioni.
– il recupero e la gestione qualificata delle varietà tradizionali e dei frutteti storici crea occasioni per attività didattiche, turistiche e culturali (agricoltura sociale, agriturismi, percorsi del gusto, eventi a tema biodiversità). Ciò stimola la partecipazione della comunità e promuove nuove forme di valorizzazione territoriale, in grado di integrare agricoltura, educazione e promozione del patrimonio rurale.
Finalità in relazione obiettivi specifici della pac
Il percorso formativo è in correlazione con alcuni obiettivi specifici della PAC 2023–2027 che saranno di seguito descritti:
Obiettivo Specifico 1 – “Garantire un reddito equo agli agricoltori”
Il corso mira a migliorare la produttività e la qualità delle drupacee attraverso pratiche agronomiche corrette (come la potatura mirata), contribuendo alla stabilità del reddito degli agricoltori.
Obiettivo Specifico 2 – “Aumentare la competitività”
La formazione fornisce competenze tecniche avanzate e aggiornate, favorendo l’innovazione e la professionalizzazione nel settore frutticolo. Gli operatori saranno in grado di gestire gli impianti in modo più efficiente, elevando il livello tecnico delle aziende e aumentando la loro capacità di competere sui mercati.
Obiettivo Specifico 3 – “Migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare”
Riconoscere e valorizzare le cultivar locali favorisce la differenziazione del prodotto e l’accesso a nicchie di mercato (filiera corta, prodotti tipici, biologico), con un rafforzamento del ruolo economico dell’agricoltore all’interno della filiera agroalimentare regionale.
Obiettivo Specifico 6 – “Tutelare la biodiversità, migliorare i servizi ecosistemici e preservare gli habitat”
La formazione prevede un focus specifico sulle varietà antiche di drupacee, tutelate dalla L.R. 1/2008, contribuendo concretamente alla conservazione della biodiversità agricola e al mantenimento degli ecosistemi tradizionali. Si promuove inoltre il recupero di paesaggi rurali storici, spesso minacciati dall’abbandono.
| Modulo 1 | Ore 6 |
– Le gemme (a legno, a fiore, miste)
-Epoche di sviluppo delle gemme (gemme pronte, dormienti, ecc)
-Le formazioni fruttifere delle drupacee
-I rami
-Introduzione alla potatura delle drupacee
-Introduzione alla potatura delle drupacee a rischio di estinzione (necessarie alla salvaguardia della biodiversità)
| Modulo 2 | Ore 6 |
– Principali forme di allevamento nelle drupacee
– Potatura di allevamento
– Potatura di produzione
– Potatura di mantenimento
– Potatura verde
– L’intercettazione luminosa delle foglie e la correlazione sui fabbisogni idrici della pianta.
– La soppressione dei rami
– Compartimentazione delle ferite
– Portinnesti e riflessi sulla qualità dei frutti
| Modulo 3 | Ore 22 |
Esercitazioni pratiche in campo: tecniche di potatura su varietà attuali e varietà a rischio di estinzione che caratterizzano la biodiversità. Durante questo modulo sarà proposto il test di valutazione pratico (in formato cartaceo), dove il docente assegnerà a ciascun partecipante 1 pianta da frutto su cui dovrà:
a) riconoscere le gemme e le formazioni fruttifere.
b) riconoscere i rami di un anno e di due anni
c) eseguire correttamente i tagli delle ramificazioni e formazioni fruttifere
d) intervenire correttamente nella disposizione spaziale delle gemme
La valutazione sarà effettuata dal docente, il quale, attraverso l’utilizzo di una griglia potrà quantificare la performance di ciascun allievo che si ritiene superata se almeno 3 degli indicatori riportati avranno il punteggio maggiore di 60/100.
| Modulo 4 | Ore 1 |
In una delle ultime due lezioni sarà somministrata la verifica finale d’apprendimento atta a verificare l’acquisizione da parte dei singoli utenti delle conoscenze relative all’oggetto della formazione.
Il test sarà composto da numero 25 domande (che corrispondono ad oltre1/3 di quelle che compongono il data base allegato nella proposta formativa) identificabili nelle due tipologie: “domande a risposte chiusa” (domande a scelta multipla, domande a scelta multipla con soluzioni generali, vero o falso); “domanda a risposta aperta”. Si ritiene soddisfacente il raggiungimento del 60% -CON ESITO POSITIVO- delle domande proposte. Le domande che saranno somministrate ai partecipanti saranno selezionate casualmente o con tecniche che garantiscano l’efficacia della verifica. L’esito finale della verifica consentirà inoltre una valutazione dell’efficacia dell’intervento formativo consentendo di confrontare i saperi a termine corso con i saperi in accesso al percorso.